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Area archeologica  - Necropoli della pineta
 
 
 
 
 
 
 
 
La necropoli della Pineta "costituisce il più appariscente monumento della vita preistorica di Palazzolo" (Bernabò Brea); sorge in direzione sud-est rispetto all'antica città di Akrai. Si compone di cinquantaquattro necropoli a grotticelle artificiali che si aprono sulla verticale rocciosa ivi esistente, e che sono ben visibili dalla sottostante strada. 
La necropoli fu scavata artificialmente dall'uomo; ciascuna tomba ha forma ovale (le cosiddette tombe a forno), con soffitto piano ed apertura verso l'esterno; risulano essere tutte di identiche dimensioni, salvo una che oltre ad avere maggiori dimensioni presenta un soffitto ad alta cupola (invece che piano), una grande nicchia e particolari riquadrature della porta che rilevano una piu' accurata lavorazione.
Purtroppo, a causa dei continui saccheggi, nelle tombe non è stato trovato alcun reperto; in ogni caso la tipologia delle tombe fa attribuire il complesso ad epoca non antecedente al XII sec. a.C. ed il villaggio, cui la necropoli si riferisce, doveva sorgere sullo stesso colle dove successivamente venne edificata Akrai, come attesterebbe, a ulteriore conferma, il ritrovamento nel sito di alcune accette di basalto (Bernabò Brea). 
Nell'ambito del territorio acrense è possibile individuare numerose altre piccole necropoli sorte tra il XII e l'VIII sec. a.C.. Bernabò Brea ricorda quella di Contrada Torre Judica (zona posta più in alto della Pineta) ed un'altra lungo il corso dell'Anapo dove vennero ritrovati alcuni monili. 
Quasi di fronte alla necropoli della Pineta si stagliano due cocuzzoli ricavati artificialmente dalla roccia, chiamati sin dall'antichità Mammelle di Lamia, cui fa cenno l'iscrizione Kaibel 217. 
 
necropoli pineta
 
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