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Area archeologica  - Templi ferali
 
 
 
 
 
 
 
 
I templi ferali costituiscono la terza significativa latomia dell'area archeologica di Akrai. 
Si trovano in prossimità dei Santoni, ossia appena fuori città lungo la parte iniziale della vecchia strada provincialeche conduce alla città di Noto. 
 
Al pari dell'Intagliatella, le pareti della cava sono tessute da numerosi piccoli incavi o nicchiette che contenevano tabellevotive ( pinakes) ed ai piedi di detti incavi venivano allocate offerte votive per i defunti, assunti, nella venerazione dei viventi, al grado di eroi. Le offerte per lo più consistevano nella posa di vasetti in piccole fosse scavate nella viva roccia o nella nuda terra; questi vasetti dovevano contenere oltre che resti carbonizzati anche monili e più frequentemente monete. 
L’area, oltre agli incavi di cui si è detto, presenta a corollario e all'interno degli stessi numerossissime iscrizioni invocanti i defunti come eroi buoni o buoni demoni; il Barone Judica, in prossimità dell'iscrizione di Zopiro, un olimpionico siracusano venerato come eroe, rinvenne un rilievo rappresentante un banchetto funerario.  
Nella parte alta della cava, in prossimità di due grandi aperture nella roccia, oltre ai consueti incavi si possano apprezzare particolari ed eleganti lavorazioni della roccia. L'uso della cava come area sacra ebbe inizio a partire dal III sec. e si protrasse quasi certamente sino al II sec.; cronologia questa desunta dal Bernabò Brea grazie all'esame delle offerte, e, segnatamente, delle monete, le più antiche delle quali risalgono al tempo di Agàtocle (360 - 289 a. C. circa). 
 
templi ferali
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