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Area di studio 
(dott.ssa Stornello Annalisa)
Cava d’Ispica (Rg)
 
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Aspetti fisiografici 
La Cava d’Ispica, una profonda gola scavata nella roccia calcarea dal corso di un fiume, ricade nell’altopiano degli Iblei prolungandosi da nord-ovest a sud-est per una lunghezza di circa 13 Km nei territori dei comuni di Modica, Ispica e in parte di Rosolini; presenta una larghezza di soli 100-150 m (Fig. 1). 
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    Fig.1 - Ubicazione della Cava d’Ispica 
Le pareti della gola generalmente molto acclivi sono conformate alle volte a perpendicolo. Il fondovalle è situato tra i 100 e i 300 m di quota; vi scorre un piccolo ruscello, chiamato Pernamazzoni nel corso superiore e Busaitone nell’inferiore, che originariamente poteva garantire il rifornimento di acqua per l’ uso agricolo.  
Nelle contrade di Serrapero e di Baravitalla  si forma un impluvio. Poco più a valle di queste contrade, la testata della cava è segnata da una strettoia determinata dalla convergenza di due speroni rocciosi: ad est il Cozzo e ad ovest il Poggio Salnitro. Il toponimo Cava Ispica riguarda soltanto la testata nord, ubicata nel territorio di Modica. 
Verso meridione, prima del gomito finale, la Cava si allarga per la confluenza di due cave laterali minori: la Cava Mortella e il Vallone della Barriera. Nella scarpata piuttosto stretta e lunga, denominata la Forza, è impiantato l’originale nucleo abitativo tardo-medievale di Spaccaforno, l’odierna cittadina di Ispica. Il centro abitato è situato nella parte terminale della Cava e dista dalla linea di costa 7 Km circa. L’economia di Ispica si basa soprattutto sull’agricoltura, con un territorio molto produttivo. Ultimamente si è sviluppata la coltivazione di primizie, come il pomodoro e gli ortaggi in genere.  
Dal punto di vista geologico la Cava d’Ispica rientra nella cosiddetta “Formazione Ragusa” che comprende l’intera area iblea sud-occidentale. Essa risulta caratterizzata in prevalenza da calcari duri datati all’oligo-miocene, con intercalazioni di calcari marmosi e di calcareniti risalenti al miocene inferiore. Nel fondovalle si trovano rocce marmose fratturate frammiste a ghiaia e cumuli più o meno spessi di sabbia alluvionale (Carbone & Lentini 1981; Grasso et al. 1982). I suoli sono quelli tipici del territorio ibleo, rappresentati in genere da suoli bruni calcarei, con una  notevole ricchezza di carbonati e con un discreto contenuto di argilla.  
Vincoli  
La Cava d’Ispica, che come la vicina Pantalica comprende insediamenti rupestri e tombe preistoriche, attualmente è sottoposta a vincoli di tutela nazionali e comunali. Primo tra tutti va menzionato il vincolo istituito dalla Sopraindendenza ai beni culturali e ambientali (Legge Galasso n. 1089 del 1939 e 431 del 1985); inoltre vanno menzionati i piani regionali generali dei due comuni di Ispica e Modica (del 1978 e rispettivamente del 1977) che concorrono, insieme alla normativa indicata, ad assicurarne la conservazione del patrimonio naturalistico e culturale. Anche la Regione Siciliana negli ultimi anni ha varato delle leggi finalizzate a tutelare il ricco patrimonio archeologico della Cava. 
Cenni sulla vegetazione 
Il paesaggio della Cava d’Ispica, molto rimaneggiato dall’uomo e trasformato con le colture, si presenta piuttosto uniforme. Nelle zone meno impervie e nelle zone spietrate, su appezzamenti anche assai vasti, si trovano le praterie aride mediterranee a Hyparrhenia hirta  e a Ampelodesmos mauritanicus e le praterie nitrofile, derivate il più delle volte in seguito all’ abbandono delle colture.  
Nelle  zone acclivi che non è convenuto di sfruttare, l’uniformità di questo paesaggio vegetale risulta interrotta dalla boscaglia a prevalenza di Quercus ilex, con presenza di esemplari isolati o in gruppi di Ceratonia siliqua, Olea europea var. sylvestris, Pistacia lentiscus, P. terebinthus, Celtis australis, accantonata nelle stazioni più riparate, dalla macchia a  Euphorbia dendroides e dalla gariga a Cistus con altre specie arbustive basse, più frequenti nelle stazioni  esposte e soleggiate.  
Sulle pareti della Cava dove si ha un’elevata rocciosità affiorante si trova la tipica vegetazione casmofitica e di ambienti semirupestri, con specie endemiche oppure molto rare quali ad esempio Putoria calabrica, Micromeria microphylla, Silene fruticosa.  
Molto incisiva è risultata l’opera recente di captazione delle acque delle sorgenti che alimentavano i ruscelli, soprattutto il Pernamazzoni, con la conseguente rarefazione o scomparsa delle formazioni igrofile che nel passato caratterizzavano il fondovalle: boschi ripali a Platanus e Salix, praterie umide a felci e a briofite. 
Clima 
Per l’inquadramento fitoclimatico della zona di Cava d’Ispica si sono utilizzati i dati, forniti dal Servizio Idrologico del Ministero LL. PP. relativi al periodo 1926-1985, delle stazioni di Ispica (170 m s.l.m.) e di Cozzo Spadaro (50 m s.l.m.) ubicato più a meridione, vicino Portopalo. 
La temperatura media annua registrata ad Ispica è di 17,6°C e le precipitazioni medie annue sono di 468 mm  distribuite in 48 giorni piovosi ; a Cozzo Spadaro la temperatura media annua è di 18,2 °C e le precipitazioni sono di 381 mm distribuite in 49 giorni. Il periodo di aridità dura circa sei mesi, da aprile a settembre.  
L’analisi dei dati (cfr. Scelsi & Spampanato 1996; Duro et al.1996) mostra che il clima della zona studiata, secondo la classificazione di Rivas-Martinez (1993), appartiene  al tipo termomediterraneo inferiore rappresentato dalle due varianti ombroclimatiche secca (Ispica: temperatura media annua 16-18 °C; indice di termicità 449-400; indice ombrotermico 2,0-3,0) e semiarida (Cozzo Spadaro: temperatura media annua: 16-18 °C; indice di termicità 449-400; indice ombrotermico 0,9-2,0).