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Tonnara San Vito Lo Capo 
 
 
 
 
 
 
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  • Tonnara di San Vito Lo Capo
  • tonnara san vito lo capo
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    Tre chilometri a levante dell'abitato sorgono gli aristocratici edifici dell'antica Tonnara del Secco, le cui reti venivano calate a pochi metri dalla riva: catturava i grossi pesci pelagici che in primavera percorrevano le acque del golfo di Castellammare nella loro corsa per la riproduzione.  
    La Tonnara di San Vito Lo Capo è situata all'estremità occidentale del golfo di Castellamare, nel seno di mare detto "del Secco", a ridosso di monte Monaco, su un fondale a strapiombo.  
    Risulta difficile determinare l'anno della costruzione del fabbricato; citazioni riguardanti un primo nucleo risalgono a 1600, ma crediamo di poter ipotizzare che risalga ai primi del Quattrocento.  
    La maggior parte delle fonti la indicano come proprietà del Monastero di Santa Rosalia di Palermo, anche se il Marchese di Villabianca, in maniera invero confusa, cita anche il Monastero di San Vito di Palermo. 
    Nel 1860 Cavour, tramite una legge requisitoria, espropria i beni religiosi e nel 1872 la Tonnara del Secco viene acquistata da Vito Foderà di Castellamare del Golfo. Fino a quel momento forse è improprio parlare di Tonnara, era bensì una piccola "tonnarella" ed il fabbricato era composto da un caseggiato ed una torre.  
    Dal 1872 la Tonnara cambia aspetto; viene costruito lo stabilimento dove si salavano ed inscatolavano i tonni, viene ingrandito il caseggiato, costruito il giardino retrostante e la terrazza antistante.  
    È pure questo il miglior periodo in senso economico; Vito Foderà mantiene relazioni con tutta l'Italia e vende il tonno, non soltanto in Sicilia, ma anche a Napoli, Livorno e La Spezia. Nel 1920 muore Foderà, e la vedova Silensi in Foderà l'affitta; prima, dal 1920 al 1924 ai fratelli Plaja, e dal 1925 al 1929 ai fratelli Monticciolo.  
    Nel 1930 i fratelli Plaja acquistano la Tonnara e nel 1933 viene firmato il contratto. La famiglia Plaja calarono le reti per l'ultima volta nel 1965, ma già le ultime mattanze erano state negative.  
    Nel 1969 è stata spostata nel vicino golfetto di San Vito Lo Capo. Calata alla spagnola, per le preventivate forti correnti, ha avuto un esordio negativo, ma si ritiene che le operazioni di calo, condotte con accuratezza, avrebbero portato a migliori risultati.  
    Lo stabilimento non è funzionante dal 1920, perchè i Plaja non hanno mai inscatolato il pesce: questo era direttamente venduto al mercato ittico. In mano ai Plaja la struttura non è mai stata modificata; sono stati realizzati solo interventi di restauro o consolidamenti.  
    Attualmente il complesso è impraticabile e in stato purtroppo d'abbandono.  
     
     
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