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Tonnara Arenella 
 
 
 
 
 
 
 
 
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  • Trasformazioni nel tempo
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    L'Arenella, che un tempo fu un villaggio di pescatori, oggi è una suggestiva borgata della costa nord-ovest di Palermo. Caratteristico il suo porticciolo, costituito da due darsene riparate, e il fondale marino, roccioso e poco profondo. Questa zona è nota soprattutto per il proprio passato ittico, che ruota attorno alla Tonnara Florio, uno dei più antichi edifici di proprietà della famiglia simbolo della borghesia ottocentesca palermitana, i Florio appunto. 
    Il complesso della Tonnara ha origini antichissime che probabilmente risalgono al Trecento, come del resto sono molto antichi i metodi di pesca del tonno che ad esso faceva capo. Fu istituita per reale concessione e il Principe di Niscemi Vitale Valguarnera, secondo genito del Principe di Valguarnera, ottenne, nel 1645, la concessione del titolo di Duca sopra questa Tonnara dal re Filippo IV.  
    A partire dal 1830 Vincenzo Florio cominciò ad acquistare alcune quote della Tonnara, appartenute a famiglie aristocratiche, e nel 1838 se le aggiudicò completamente ad un'asta. In seguito Vincenzo Florio commissionò all'amico e collaboratore architetto Carlo Giachery la trasformazione, parte in Tonnara e parte in abitazione. Così nacque, tra il 1840-44, una suggestiva palazzina neogotica inserita in un'ambientazione mediterranea, che per le sue quattro guglie fu detta anche "i Quattro Pizzi".  
    Questa anomala progettazione richiama un gotico inglese, addolcito da una romantica scenografia mediterranea.  
    Allo stesso Giachery, nei 1852, fu commissionato, sempre inserito nel complesso dell'Arenella, il mulino a vento per la macina del sommacco, da cui si estraeva il tannino, che era uno dei fiorenti commerci siciliani.  
    La parte del complesso adibita ad abitazione veniva utilizzata nei fine settimana e molte personalità illustri venivano ospitate nei raffinati ambienti interni, non ultima la Zarina di Russia, che durante il suo soggiorno a Palermo se ne innamorò talmente da fare riprodurre fedelmente i "Quattro Pizzi" a San Pietroburgo, con la denominazione di "Rinella", costruzione ancora oggi esistente.  
    Finito il periodo aureo, Vincenzo Florio vi si ritirò con la sua famiglia, eleggendola a propria dimora e i suoi spazi ospitarono feste e balli in cui l'alta società di tutta Europa era sempre ben rappresentata.  
    La storia di questa Tonnara è attraversata da continui litigi con le vicine Tonnare di Mondello e di Vergine Maria. Per lo più si trattava di questioni legate al rispetto della distanza minima di tre miglia che la legislazione coeva riteneva doversi tenere fra due tonnare perché l'una non desse fastidio all'altra.  
    Lo spirito conflittuale, che per lungo tempo animò le marinerie di queste vicine borgate, è ben rappresentato dalla vicenda che riguardò il ritrovamento e la titolarità di una statua lignea di Sant'Antonino, protettore delle tonnare e dei tonnaroti.  
    La Tonnara restò in funzione fino ai primi del Novecento; successivamente, cambiata la rotta dei tonni, dovette chiudere l'attività di pesca  
     
     
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