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Le prime vittime 
 
 
 
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LE PRIME VITTIME 
di Sesto Bellisario 
La flotta alleata in navigazione
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E ci furono le prime vittime. Nel racconto del sig. Paolo Denaro apprendiamo che durante il bombardamento della città due anziani coniugi, che non avevano voluto lasciare la loro casa, furono centrati ed uccisi dall'esplosione. Dell'uomo sappiamo il soprannome: Don Giovanni "senza culo".  
Durante i continui bombardamenti molte case furono distrutte e molte persone perirono tra le macerie. Ma ancora oggi viene ricordata con particolare commozione la morte di due donne e due bambini, vittime inconsapevoli ed innocenti: Fidelio Grazia di anni 65, Di Stefano Grazia Lisitano, di anni 31, figlia della Fidelio, e i suoi due bambini, Lisitano Maria, di appena 13 anni e un bambino di pochi anni. La famigliola abitava in via Rapisardi, come ricorda il dott. Nello Tringali. 
...molte persone perirono... 
Tutto avvenne Il 9 luglio del 1943, quando un aereo delle forze alleate bombardò l'abitato in più punti. Una delle bombe cadde proprio sulla casa della famiglia Lisitano e tutti morirono atrocemente sotto le macerie. L'avvenimento destò grande dolore ed impressione e convinse molte famiglie, restie a lasciare le proprie case, a rifugiarsi in campagna o nelle grotte della "Cava”. Anche una stalla fu centrata in pieno da una bomba e il cavallo che ivi era custodito mori dilaniato. E sicuramente ci saranno state altre vittime trai civili di cui non sappiamo nulla. 
Ma l'avvenimento più tragico toccò a due soldati , di cui si dirà più avanti. L’8° Armata, costituita da 13 corpi, compresa la 1° e la 50° divisione canadese, nel giorno stabilito sbarcò nelle spiagge tra Noto e Pachino (compreso il litorale della Marza fino a Pozzallo). 
 
sbarco truppe americane 
 
Quando apparve il 10 luglio del 1943 l'imponente flotta nel mare della Marza, l'abitato di Ispica fu oggetto di un pesante bombardamento navale che doveva spianare la strada all'invasione. 
Un testimone oculare, il dott. Nello Tringali, racconta che nella via Rapisardi, nel tratto che va dalla via Statale al Corso Umberto almeno trenta bombe erano esplose sui marciapiedi e sulla strada, per fortuna senza provocare danno alle case, e altrettante erano disseminate dappertutto inesplose.  Molte case per lo spostamento dell'aria provocato dalle esplosioni delle bombe avevano le porte aperte e squarciate, lasciate così in balia dei saccheggiatori.