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vuvviiii 
Il mercato della confusione "palermitana". 
Tradizioni popolari, utilizzo di luoghi antichi per promuovere gli usi e i costumi di una terra che è da sola un insieme esplosivo di profumi, aromi, sapori. Nei mercati si scopre il vero folclore della città. Quali sono le abitudini alimentari dei palermitani ? Basta poco per saperlo basta andare in uno dei mercati storici e guardare il passeggio dei viandanti, acquirenti rumorosi e pronti alle contrattazioni... un'arte dello scegliere il meglio al più basso prezzo... da non perdere. 
La Vucciria è il mercato più antico e popolare di Palermo, insieme ad altri denominati Ballarò, il Capo, Mercato delle pulci. Vera e propria istituzione cittadina, fra le attrazioni turistiche più apprezzate della città, si trova nell’antico quartiere della Loggia - fra Via Roma , la Cala, il Cassaro e Piazza San Domenico. 
 
quartiere della Loggia 
 
Il nucleo centrale del mercato è costituito dalla grande piazza Caracciolo dove un tempo, in epoca angioina, fiorì l’antica bocceria. 
La Vuccirìa è un mondo a sé, un concentrato di colori, di odori, di sapori, di voci antiche: se n’accorse anche il pittore siciliano Renato Guttuso (1912-1987), che della Vuccirìa ha lasciato un quadro stupendo. Nell’opera alcuni avventori si fanno strada a fatica fra i banchetti stracolmi di verdure, formaggi e pesce fresco, sovrastati da quarti di bue appesi (il grande quadro è custodito a Palazzo Chiaramonte, meglio noto come lo Steri, presso il rettorato dell’Università). Con eccezionale realismo il pittore rende quasi tangibile l’atmosfera confusa e vivace di questo angolo del centro storico.  
Sorto tra il X e XI sec. Vicino al porto cittadino, stimolò l'insediamento di mercanti e commercianti genovesi, pisani, veneziani, etc. sin dal XII sec. La presenza di numerosi artigiani è ancora leggibile dai nomi di alcune strade (via Chiavettieri, via Materassai, via dei Tintori, etc.) 
Sembra infatti che il suo nome derivi - in epoca angioina - da una storpiatura del termine “boucherie”, che in francese indica il mercato della carne, ma qualcuno sostiene che il nome rifletta la confusione che vivacizza ogni mercato, e che nel dialetto palermitano si chiama appunto “vuccirìa”. In ogni caso, nel Cinquecento, il mercato viene chiamato “bocceria della foglia”, chiaro segno che vi si commercia anche frutta e verdura. Il nome attuale sarà adottato nel Settecento. 
Oggi, la confusione delle voci che si accavallano e delle grida dei venditori (le abbanniati) è uno degli elementi che, maggiormente, caratterizza questo mercato palermitano. 
Lasciandosi alle spalle le grandi strade piene di automobili ed entrando in questo mercato, la prima sensazione che ti prende è quella di vivere un momento del passato, saltare improvvisamente in un’altra epoca. Non esistono insegne luminose ma solo grandi lampade, non esiste plastica ma solo cartone, i prezzi non sono attaccati sulla merce, ma sventolano su tavolette di legno. La nota caratteristica della Vucciria è di essere sopravvissuta all’impetuoso avanzare del progresso. 
Inoltrarsi nei vicoli di questo mercato, ricercare il “genius loci”, gustare il cicaleccio e il richiamo dei venditori, fingere di contrattare sul prezzo, è un’esperienza irripetibile: è un ultimo tuffo in un mondo che - dopo secoli di vita - va lentamente scomparendo 
All'interno della zona del mercato si trovano palazzi nobiliari ed opere d'arte quali il Palazzo Mazzarino, appartenuto alla famiglia del celebre cardinale, la fontana del Garraffello, palazzo Gravina Filangeri di Rammacca al Garraffello. 
 
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Curiosità
Nel corso dei secoli la Vucciria subì diverse modifiche. Fu nel X1V sec. che il macello fu spostato nell’attuale zona del Monte di Pietà, tra la via Candelai e piazza S. Onofrio e si chiamò Bocceria Nova, mentre la Bocceria Grande (ex macellum magnum), o della Foglia, rimase alla Vucciria, ampliandosi nelle vicine vie e venne indicato, per distinguersi, con il nome di Bocceria Vecchia, dove si vendevano prevalentemente ortaggi, verdure e frutta. In seguito la Vucciria si unì al Garraffello, l’originario quartiere delle Logge, logia mercatorum, sorto per l’insediamento dei mercanti genovesi, pisani e catalani.  
Il vicerè Caracciolo nel 1783 decise di cambiarne l'aspetto, in particolare della sua piazza principale che fu chiamata col suo nome in suo onore. Intorno alla piazza si costruirono dei portici che ospitavano i banchi di vendita ed al centro fu sistemata una fontana. È impossibile descrivere tutti gli odori caratteristici che pervadono il posto, anche se il tipico odore di pesce risulta certamente il più intenso.
vucciria - prezzi al vento
 
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