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carrubo 
 
carrubo
Il carrubo (nome scientifico: ceratonia siliqua — famiglia: papilionaceae.) costituisce senza dubbio uno degli elementi che maggiormente caratterizza il paesaggio della Sicilia e, specificatamente quello dell’area iblea. Questo è fortemente contraddistinto dalla presenza di questa specie arborea la cui importanza non deve essere considerata solo dal punto di vista produttivo, ma anche in funzione del fatto che il carrubo, in aree marginali anche del nostro paese, costiere, con suoli poveri e con problemi di carenza d’acqua, si propone come unica coltura praticabile anche se in presenza di rese piuttosto ridotte, contribuendo alla salvaguardia del territorio sia sotto l’aspetto socio-economico che sotto quello idrogeologico. Ha, pertanto, una doppia valenza, come albero da frutto e albero ornamentale, svolgendo funzioni diverse (produttive e paesaggistiche) che, spesso, risultano abbinate.  
Per quanto riguarda gli aspetti produttivi, a livello mondiale, come precedentemente accennato, si registra un rinnovato interesse che scaturisce anche da nuove utilizzazioni del frutto ed, in particolare, del seme. Infatti, se in passato si utilizzava la polpa per l’alimentazione, sia animale che umana, oggi questa può considerarsi un sottoprodotto e viene utilizzata quasi esclusivamente per l’industria mangimistica. E’ il seme del carrubo che ha, invece, assunto maggiore importanza relativa (anche se in passato è stato sempre considerato per le sue caratteristiche di uniformità del peso) e i suoi derivati trovano impiego nell’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica.
Caratteristiche
Habitat: pianta xerofila, poco esigente, che cresce in suoli aridi, rocciosi, calcarei, spingendosi da zone vicine alle coste fino a circa 400 metri di quota. 
Descrizione: pianta sempreverde, dal portamento arboreo, che può raggiungere circa i 10-15 metri di altezza. Presenta chioma molto sviluppata, ampia e fitta, e tronco massiccio con ramificazioni che si originano vicino alla base. La corteccia è fessurata, di colore brunastro chiaro; le foglie sono coriacee, di colore verde scuro, lucido nella pagina superiore e bruno rossastro in quella inferiore.  
Esse sono inserite in modo alterno in rametti di colore grigio chiaro. I fiori sono piccoli, ermafroditi, riuniti in infiorescenze (racemi). I frutti, denominati lomenti, sono legumi di colore bruno-violaceo, grossi e carnosi, lunghi fino a 15-20 cm; noti con il nome di carrubi, essi sono eduli e caratterizzati da una polpa dolce. Fiorisce dalla tarda primavera fino all’autunno.
 
il carrubo
 
il carrubo 
 
 
Usi e curiosità
Il carrubo è originario del Mediterraneo orientale, probabilmente della parte Medio Orientale dove è in coltura da almeno 4000 anni. La pianta era conosciuta bene dagli antichi Greci che piantarono semi di questa pianta in Grecia e l'Italia. Ci sono riferimenti del carrubo nella Bibbia. Per esempio, questa pianta è chiamata anche il pane di San Giovanni o fagiolo delle locuste perché si pensava che i baccelli fossero stati le "locuste" che aveva mangiato Giovanni il Battista nella Regione selvaggia. Quella storia era evidentemente sbagliata in quanto Giovanni mangiò proprio le locuste migratorie. Inoltre, la coltivazione del carrubo veniva praticata anche al tempo dei romani. Attualmente tali alberi vengono utilizzati per scopi ornamentali. Il legno, duro e compatto, viene spesso utilizzato per lavori di falegnameria. I frutti vengono usati nell'industria alimentare e farmaceutica. I semi, di forma lenticolare, detti carati, grazie al loro peso costante erano usati in passato per pesare oro e pietre preziose; da qui la denominazione "carati". Per quanto riguarda le antiche credenze popolari siciliane, in passato si pensava che sotto tale albero si potesse rinvenire la famosa "truvatura", un leggendario tesoro. Inoltre, si riteneva di poter incontrare, in vicinanza di tale albero, fate e streghe, ritenute abitatrici delle sue fronde. La pianta ha anche interesse storico ed evangelico: infatti si tramanda che il "figliol prodigo" si sia nutrito dei frutti di tale albero.
Produzioni
La produzione di frutti per albero e' molto grande. La polpa dolce di questo frutto, noto sin dalla più remota antichità, è abbastanza nutriente per cui certi popoli ne fecero, un tempo, una parte importante del loro vitto.La polpa fresca e' assai gradevole e ha un'azione leggermente lassativa; secca, al contrario, e' astringente. Dalla fermentazione si può ricavare alcol, mentre i semi forniscono appretti e gomme d'impiego industriale. Inoltre con le carrube si preparano mangimi per gli animali; dalla scorza e dalle foglie si possono estrarre tannini.  
Da ciò deriva l'interesse che recentemente si è risvegliato attorno al carrubo che è stato rivalutato sia in termini economici che in termini di arboricoltura, infatti, la coltura di questo prezioso albero al giorno d'oggi è praticata con più criterio. Le silique del carrubo sono utilizzate nell'industria farmaceutica come componenti degli antibiotici e ancora più in generale la carruba e i suoi semi sono utilizzati in svariati campi: dall'alimentare, già citato, alla farmacosmesi; dal campo zootecnici a quello medico-sanitario e ciò dimostra quante sostanze importanti siano presenti dentro una singola carruba. Il carrubo è la nostra realtà territoriale e come tale va protetto e tutelato.
 
 
il carrubo 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Principali varietà di carrubo diffuse in Sicilia  
CULTIVAR
SINONIMI
CARATTERISTICHE
Latinissima
Giubiliana
Cipriana
Masculina
Pianta vigorosa; produttività costante e abbondante; semi grossi.
Racemosa
Moresca
Carrubba spada
Sciabulara
Dimensioni ridotte rispetto alla Latinissima.
Frutti di dimensioni più piccoli di forma arcuata.
Sciabulara Elevato contenuto zuccherino.
Morescona
Per alcuni sottovarietà della Racemosa
Si distingue dalla racemosa per la fruttificazione più abbondante e costante.
Saccarata
Latina
Fimminedda
Milara
Pianta maestosa, ramificazioni fitte e nodose, e meno produttiva.
Produzione
Produzione a grappoli.
Falcata
Falcata, Francisa
Pianta di grande sviluppo. Alternante, frutti di forma arcuata, poco polposi, poco zuccherini
Ermafrodita Bonifacio
 
Di medio sviluppo e a portamento espanso; frutto lungo a basso tenore zuccherino; semi numerosi e di dimensioni medie.
Ermafrodita Tantillo
 
Portamento assurgente, internodi lunghi, produzione elevata e costante. Frutto di media lunghezza, con polpa soffice, debolmente astringente.
 
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