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RAFFAELE  POIDOMANI  
Raffaele Poidomani
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Raffaele Poidomani (1912-1979) nasce a Modica, da famiglia di nobile lignaggio. Dopo la maturità classica, conseguita da esterno presso il Liceo "Campailla" di Modica e una lunga frequenza alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Bologna, si laurea in legge a Catania nel 1939. 
In quell'anno pubblica anche la sua prima raccolta di versi, "Io, pellegrino di sogni". Si occupa intanto anche di gionalismo, impegnandosi nella denuncia di problemi sociali e politici. 
Alla fine della guerra, che lo ha visto soldato sul fronte greco e quello Jugoslavo, è fra i partigiani, nelle brigate operative delle Marche. Nel dopoguerra sviluppa e affina (tra Milano, Roma, Napoli e Firenze) la sua passione per il giornalismo, collaborando a diverse testate (Paese sera, L'Umanità, Epoca e altre). Proprio la collaborazione con L'Umanità segna il suo esordio nella narrativa.  
Sul quotidiano milanese esce infatti a puntate, nel 1949, il lungo racconto "Fossili". Intanto negli anni '50 conosce Federica Dolcetti affermata pianista, la quale diventerà sua compagna di vita e moglie. Ma la sua consacrazione come scrittore Poidomani la deve a "Carrube E cavalieri" (Roma,1954), una vera e propria saga familiare che è il suo capolavoro: un romanzo che lo colloca fra i "pochissimi narratori autentici che abbiamo in Italia", come afferma Brunello Vandano nella prefazione della seconda edizione(Ragusa,1970). 
Nel 1960 dà alle stampe "Catania giorno e notte", specchio della società etnea del tempo. Nel 1964 pubblica altre due raccolte di versi, "Filopoetica" e "Novembrina litterarura" e nel 1966 un prezioso volumetto di indagine storica su "La peste a Modica nel 1626". 
Negli anni '70 si preoccupa di riordinare i libri della futura biblioteca comunale di Modica. Un altro successo letterario è "Tempo di scirocco"(1971), una serie di racconti in cui i protagonisti, carichi di umanità varia e "altra", si propongono come campioni di un mondo regolato da leggi improbabili ed insieme affascinanti, dettate dall'assurdo, dal grottesco e dall'inverosimile: un mondo "ai margini del silenzio e del tempo". 
 
 
 
 
 
 
 
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