turismo e vacanze in Sicilia 
 
 
 
 
 
 
 
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sicilia sagre 
 
 
 
affreschi di O. Sozzi 
 
 
 
Olivio Sozzi 
 
Nasce a Catania nel 1690. Dopo un apprendistato a Palermo presso Filippo Tancredi comincia a lavorare in questa città. 
 
Intorno al 1730 si trova a Roma nella bottega di Sebastiano Conca e nello stesso tempo presta attenzione alla pitturna del Giaquinto. A partire del 4° decennio esegue diverse opere a Palermo. Intorno al 1750 si trasferisce a Catania, in un momento di intensa attività progettuale della città etnea. 
 
Nell'area sud-orientale dell'isola è presente nel 1752 nella chiesa di S. Sebastiano a Melilli.  
A Ispica arriva nel 1763 per gli affreschi della chiesa di Santa Maria Maggiore. In questa città muore due anni dopo (1765) e viene sepolto nella stessa chiesa da lui affrescata. 
 
Il Sozzi se in un primo momento ha il merito di "aprire ai pittori siciliani le frontiere della scuola romana del Conca", dopo il 1750 diventa il divulgatore ufficiale della nuova tendenza del barocchetto e del rococò nella Sicilia orientale (Citti Siracusano).  
 
 
 
 
Olivio Sozzi 
Gli affreschi 
(1763 - 1765)
Olivio Sozzi
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  • L'ARTE DEGLI AFFRESCHI 
  • Attraverso una complessa impaginazine virtuosistica l'artista illustra tutta la vicenda della storia cristiana nei suoi aspetti e nei suoi personaggi preminenti. 
    Nella navata centrale entrando è rappresentata nel primo riquadro una donna, la fede, che viene portata su un trono da quattro santi. 
    Nel secondo riquadro vi si trovano Adamo, Eva, Giuditta, Mosè, Davide, S. Pietro, S. Paolo, Gesù con i quattro simboli degli Evangelisti e Dio Padre. 
    Nel terzo riquadro vi si trova ancora una donna (la Chiesa) che vince sull'eresia. 
    Nella cupola vi si trovano i martiri, le vergini, i fondatori degli ordini religiosi e i patriarchi. 
    Nell'abside conclude l'apoteosi spirituale l'ascensione di Cristo, assistita da Dio Padre, dallo Spirito Santo e dagli Apostoli. 
    Nessun fatto viene raccontato: tutti i personaggi vetero e neotestamentari vengono utilizzati allegoricamente in un formulario espressivo che pur tra nubi e cherubini non perde chiari tratti realistici. 
    Le figure in apparenza collocate a caso tra cielo e terra hanno un'esistenza collettiva, occupano il cielo, perdendo la consistenza fisica via via che si avvicinano alla fonte di illuminazione divina. 
    I colori che il Sozzi usa vanno dall'azzurro chiaro, al bianco, al rosa, esprimendo una visione teologica serena e fiduciosa in cui "la dolcezza della contemplazione sostituisce la drammatica tensione che suscitavano certe immagini del primo barocco". 
    I principi della chiesa si presentano ai fedeli come in un torneo cavalleresco, o meglio come in una grande festa della nobiltà settecentesca; privilegiati risultano Santa Rosalia, Sant'Agata e Santa Lucia, le martici siciliane da una parte, Sant'Ignazio di Lojola, San Filippo Neri e tutti i fondatori degli ordini religiosi dall'altra. 
    Basilica Santa Maria Maggiore 
    Ispica - Basilica S. M. Maggiore (interno navata centrale) 
    Tutti insieme sovrastano quattro donne, dipinte nei pennacchi, simboleggianti i quattro continenti: è chiara l'allusione al potere universale della chiesa cattolica. 
    Un necessario elemento integrante di tutto lo spazio è dato dalla decorazione, da quell'insieme di "gorgheggi" di stucco, probabile opera di Giuseppe Gianforma che "si condensa nei punti di discontinuità delle superfici, come ai bordi delle finestre o nel ritmo delle allacciature trasversali, o ai bordi degli affreschi".
     
     
     
     
     
     
     
     
     
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