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Area archeologica di Morgantina  
 
 
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L'antica città di Morgantion 
( soprien.area@regione.sicilia.it)  
A 6 chilometri da Aidone, in contrada Serra Orlando, c'è uno dei siti archeologici più importanti d'Europa, Morgantina. Citata da autorevoli fonti antiche come Diodoro Siculo, il celebre erudito Strabone, Tucidide e lo storico Tito Livio, l’antica città di Morgantion venne identificata con certezza solo intorno alla metà degli anni cinquanta, in seguito a regolari campagne di scavo effettuate dalla missione archeologica della Università di Princeton (USA), guidata da E. Sjoqvist e R. Stillwell.  
Il sito antico di Morgantina offre al visitatore il quadro di oltre mille anni di storia, dalla fondazione della città in età preistorica fino al suo declino, avvenuto nell’età imperiale romana. Nella Sicilia interna, Morgantina è senza dubbio la città antica meglio conosciuta in tutte le sue vicende, sia nei periodi della crescita e del suo benessere, sia nei momenti della disfatta e dell’ abbandono. Tale conoscenza della storia, dell’impianto urbano e dei monumenti di Morgantina è il frutto di circa un trentennio di campagne di scavo, che hanno portato alla luce quasi la totalità del centro urbano, oltre che una parte dei quartieri residenziali, per un complessivo trenta per cento del totale che ancora giace sottoterra. In base agli scavi archeologici, sappiamo ora che Morgantina possedeva una delle piante ortogonali più antiche della Sicilia interna e che, nel momento di maggiore splendore nel sec. III a.C., la città fu uno dei grandi centri extra- costieri dell’Isola. 
Inoltre a Morgantina subiamo il fascino di un complesso di monumenti di grande interesse, in un paesaggio di straordinaria bellezza, che fanno del sito uno dei più suggestivi e significativi dell’ Isola. 
piatto argento età ellenistica
A Morgantina sono individuabili due aree ben distinte, che corrispondono alle due fasi principali della storia della Città: 1) l’insediamento antico e quello ellenistico - romano a Sella Orlando, 2) L’insediamento più antico, sul cocuzzolo denominato “la Cittadella”, ha le sue origini nella tarda età del b ronzo, quando un nucleo di emigrati provenienti dall’Italia meridionale vi fondo una città. Il nucleo abitato sulla Cittadella sopravvisse per circa cinquecento anni. Ad esso appartengono parecchie capanne dell’ età del ferro, come pure altri edifici pubblici (il bouleuterion; l’ekklesiasterion; il teatro e la fontana monumentale) nonché le lussuose dimore private sorte sulla collina orientale ed occidentale più grandi ed ambiziosi di epoca più recente; alla stessa epoca risale inoltre la fondazione dei numerosi santuari dedicati al culto delle dività ctonie. Quest’ultimi edifici dimostrano la presenza della cultura greca, arrivata a Morgantina con greci che provenivano dalle costiere città coloniali. Gli scavi sul pianoro di Sella Orlando hanno portato alla luce edifici e materiale archeologico databile allo stesso periodo, in quantità sufficiente per indicare che la seconda città di Morgantina, sul nuovo sito, è stata fondata nello stesso periodo in cui fu abbandonata la Cittadella, cioè verso la meta del sec. V a.C.. Nel terzo secolo il numero degli abitanti raggiungeva circa le 10.000 unita. L’ ultimo periodo della vita urbana corrisponde ai secoli II e I a.C.; ci sono chiari segni, quali l’abbandono o il crollo di molti edifici, il rialzamento del piano di calpestio nell’agora, dovuto ad una incontrollata erosione, e l’abbandono delle mura difensive. Infine, probabilmente punita da Ottaviano per aver parteggiato per Sesto Pompeo durante le guerre civili negli anni Trenta del sec. I a.C., Morgantina sopravvisse soltanto come piccolo ed insignificante centro abitato sino alla metà del sec. I d.C., quando il sito fu definitivamente abbandonato.  
argenti morgantina
argenti morgantina
Così l’antica area urbana diveniva area per la coltivazione e si dimenticò anche il nome della vecchia città. In epoca moderna, il primo a descrivere i resti monumentali ancora visibili è stato il Fazello nel 1558; ma si dovette aspettare il 1884 per i primi scavi archeologici, eseguiti dall’ ingegnere nisseno Luigi Pappalardo. Più tardi il sito attrasse l’attenzione dell ’ archeologo Paolo Orsi, Soprintendente di Siracusa, che nel 1912 fece una campagna di scavi. Nel 1955 una missione statunitense, guidata da Erik Sjoqvist e da Richard Stillwell, iniziò una serie di campagne, annualmente, che sono ancora in corso. Queste hanno portato alla luce una gran par te dell’agorà e dei quartieri residenziali limitrofi, oltre al sito arcaico sulla Cittadella. La pubblicazione dei risultati degli scavi e nella collana ” Morgantina Studies” della Princeton University Press, di cui due volumi sulle terracotte e sulle monete sono già editi, e altri sei volumi sono in corso di stampa o in preparazione. 
gli scavi
 
NUOVI SCAVI A MORGANTINA 
Nell’ambito dei progetti avviati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Enna con i finanziamenti del POR 2000-2006, nel 2004 è stata effettuata una lunga campagna di scavi a Morgantina. Le ricerche svolte dalla Missione archeologica della Virginia University of America hanno riguardato vari settori della città antica. Sulla Cittadella si è completato lo scavo di una capanna rettangolare dell’Età del Ferro, che sia per le sue dimensioni, circa 25 metri di lunghezza, che per la sua ubicazione centrale si ritiene sia uno degli edifici principali della fase protostorica, quando Morgantina era abitata da genti di origine italica. A Serra Orlando i lavori principali sono stati realizzati presso la c.d. casa del tesoro di Eupolemos, nell’area dell’agorà ellenistica , nei quartieri residenziali a ovest dell’agorà, dove è stato messo in luce un tratto ben conservato della pavimentazione antica della plateia A, la strada principale della città.Uno scavo di notevole estensione è stato condotto presso l’edificio termale nell’attigua contrada Agnese, databile al III secolo a.C., già parzialmente indagato negli anni settanta, la ripresa dello scavo ha permesso di determinare le dimensioni dell’edificio e di identificarne tutti gli ambienti, di cui i principali sono due sale rettangolari con volte a botte e una rotonda coperta da una cupola emisferica.Gli elementi della copertura con volta a botte sono stati ritrovati crollati in situ, sia le volte che la cupola sono costituite da archi paralleli e contigui, realizzati con grandi tubi fittili inseriti l’uno dentro l’altro, le cui superfici, sia all’interno che all’esterno, erano ricoperte da intonaco anche colorato. L’ultimo intervento ha interessato la contrada San Francesco Bisconti, sede di un importante santuario ctonio, dedicato a Demetra e Kore, individuato nel 1979.L’area sacra si dispiega su terrazzi orientati a est, verso la Cittadella, ciascun terrazzo (quattro quelli identificati, a differenti quote) ospita una serie di edifici sacri di varie tipologie e dimensioni, tra cui alcuni sacelli dotati di nicchie e banchine per deposizioni rituali. Il santuario fu frequentato tra l’età arcaica e quella ellenistica, ovvero tra la fine del VI e il III secolo a.C. Le attuali ricerche della Soprintendenza hanno condotto alla scoperta di un vasto settore del terrazzo mediano consacrato a cerimonie svolte all’aperto, tipiche dei rituali tesmophorici 
il teatro
Zona archeologica
Morgantina
argenti
I tesori di Morgantina
Morgantina è stata defraudata dei suoi tesori. Infatti dalla sua scoperta molti sono stati i furti a discapito del sito, ma la cosa che poneva un certo imbarazzoera che la maggior parte di questi tesori trafugati venivano regolarmente esposti in musei americani. In particolare tra le tante opere d’arte di inestimabile valore che si trovavano indebitamente in America c'erano: 
Gli acroliti (VI sec. a.C.) 
Si tratta di due teste di marmo di grandezza naturale , con occhi a mandorla privi di pupille, fronte triangolare, labbra carnose e taglienti appoggiate ad un sorriso enigmatico. Alle teste erano abbinate coppie di mani e piedi dello stesso materiale. Il professore Malcom Bell dell’università della Virginia, che da anni dirige gli scavi archeologici a Morgantina, li ha definiti “unici esemplari di epoca arcaica conosciuti al mondo, privi di confronto e quindi molto significativi per la storia dell’arte greca “. Le statue furono trafugate a Morgantina dai tombaroli. Negli anni ottanta un ricco americano, Maurice Tempelsman, li acquistò a Londra e li diede in prestito al Paul Getty Museum affinché li esponesse nelle sue vetrine. Attualmente le statue non sono più esposte al museo ed è in corso da anni una trattativa per la loro restituzione. 
Il tesoro d’argento (tesoro di Eupòlemo) 
Si tratta di 15 pezzi d’argento ritrovati negli anni ’80, durante uno scavo abusivo in una modesta casa nella zona occidentale della città. Anche per questi reperti il valore è inestimabile e anche per questi, come per gli acroliti, è certa la provenienza da Morgantina. Attualmente essi conservati al MET di New York, che li ha acquistati tra il 1981 e il 1984. Il tesoro d’argento è di particolare interesse storico e artistico perché questi 15 pezzi costituiscono un insieme di manufatti di argenteria provenienti dalla Sicilia ellenistica. Anche per essi è in corso da anni una trattativa per la loro restituzione. ? Questo inestimabile tesoro, non fa che confermare l’importanza di Morgantina (definita una novella Pompei sicula) nel contesto del patrimonio archeologico della Sicilia, una Regione che rappresenta in termini numerici il 40% del patrimonio archeologico nazionale. Per comprendere l’importanza di questo inestimabile tesoro di Morgantina si elencano i vari componenti: 
1) coppa profonda a profilo concavo diametro cm.22,8 peso gr.407; 
2) coppa profonda a profilo concavo diametro cm.22 peso gr.418; 
3) pisside con lamina decorata a sbalzo ect. diametro cm.10,5 peso gr.81 ( con la raffigurazione di Demetra con una grande cornucopia e Ploutos abbracciato di fronte); 
4) coppa semisferica diametro cm.14-13 peso gr.151; 
5) skyphos a coppa ovoide diametro cm.13,3 peso gr.299; 
6) kyathos diametro cm.5,5 altezza cm.24,7 peso gr.119; 
7) recipiente tronco-conico per mescolare il vino dei simposi con tre appoggi forgiati a maschere teatrali (ndr. raffiguranti Demetra — Persefone — Dionisio=satiro ) altezza cm.19,6 diametro cm.26 peso gr. 891; 
8) coppa profonda a profilo conico altezza cm.6,8 diametro 21 cm.peso gr.479; 
9) olpe a corpo ovoidale altezza cm.9,1 diametro cm.8 peso gr. 178; 
10) Phiale mesomphalos altezza cm.2,3 diametro cm.14,8 peso gr.104; 
11) Pisside con medaglione altezza cm.5,5 diametro cm.8,3 peso gr.148 ( con lavorazione a foglia d’oro e la raffigurazione del mostro marino Scilla in atto di lanciare un masso di pietra lavica , ma potrebbe trattarsi della Dea SIKELIA); 
12) Altare cilindrico su base quadrata altezza cm.11 base 10,6 peso gr.368; 
13) Coppia di corna — ognuna di lunghezza cm.15,5, peso gr.74 ; 
14) Recipiente tronco-conico con tre appoggi forgiati con maschere teatrali Altezza cm.18,5 diametro cm.26,8 peso gr.820.(idem al nr.7) 
La Venere di Morgantina 
È una statua alta 2,20 metri, scolpita nel V sec. a.C. e rappresenta la dea Afrodite. I capelli e il velo del capo mancano e anche il piede sinistro e il braccio, che sono stati rimpiazzati da forme in marmo. Il corpo drappeggiato è di calcare. L’abito della figura con lo stile del panneggio bagnato aderisce agli arti inferiori mettendone in evidenza le forme sottostanti. Il suo atteggiamento eretto, la sua espressione del viso sereno e il vestito increspato, rappresentano l’idea classica della bellezza femminile, mentre la grandezza della statua, la qualità della scultura e le rifiniture lasciano pensare che fosse un’immagine sacra esposta in un tempio dedicato alla dea dell’amore. La Venere trafugata a Morgantina fu spezzata in tre parti per nasconderla e trafugarla clandestinamente fuori dalla Sicilia in pezzi separati. Arrivata in Svizzera, fu ricostruita, restaurata e unita; mandata a Londra fu venduta nel corso di un’asta pubblica e nel 1988 acquistata dalla fondazione Paul Getty e inviata a Los Angeles dove fu esposta nel museo di Malibù. Da tempo è in atto un contenzioso tra l’Autorità italiana ed il Getty Museum sul diritto dello stesso di detenere ed esporre reperti trafugati illegalmente, tra cui la Venere di Morgantina. 
Recentemente si è riaperto il contenzioso riguardante la Venere, e se ne è parlato molto anche sui giornali nazionali. Le autorità nazionali e regionali sono riusciti ad ottenere il ritorno della Venere di Morgantina presso il museo di Aidone in Sicilia.  
Il rietro 
Oltre alla Venere ed al tesoro d'argento di Morgantina c'erano da recuperare le coppie in marmo di teste, mani e piedi, cosiddetti acroliti, anch'essi provenienti dallo straordinario “giacimento archeologico” di Morgantina. “E' stato un lavoro lungo — dicono le autorità competenti -, fatto di persuasioni e di pressioni diplomatiche. L'accordo con il Getty Museum ha permesso il ritorno in Italia di tutti i tesori richiesti e sin dal 2011 è stato possibile rendere fruibile l'inestimabile patrimonio, regalando all'itineraio Ennese nuove fascinazioni.  
 
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