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Struttura del palazzo 
La costruzione si articola su quattro piani di notevole interesse e precisamente: il piano terra detto “dammusato” destinato a magazzini, scuderie, e deposito di generi alimentari; il piano “mediastino” destinato ad abitazione del Barone, committente dell’edificio; il piano superiore adibito a dimora nobile dei familiari; il piano sottotetto destinato ad accogliere la servitù. I locali della costruzione racchiudono una corte interna pavimentata con selciato acciottolato. Degno di ammirazione è il superbo salone delle feste, la cui volta fu affrescata con soggetti raffiguranti scene mitologiche ed alcuni elementi simbolici relativi ai passatempi di don Giacomo Nicolaci. 
 
Giacomo Nicolaci 
Il barone, calvo e non attraente, è possibile ammirarlo nel balcone a destra del grande portone di ingresso. La leggenda dice che sia lui perchè regge un flauto e dal basso sembra curvo. Il flauto è simbolo di saggezza ed il barone che avviò la costruzione del meraviglioso palazzo era chiamato "il gobbo". Apparteneva ad una famiglia borghese che doveva le sue ricchezze alle attività delle tonnare. La posizione finanziaria conquistata permise alla famiglia di acquistare all'asta un feudo e titolo baronale. Giacomo era un uomo molto colto e dai molti interessi, che andavano dalla gnomonica (la scienza degli orologi solari) alla filosofia. Rimase orfano di padre precocemente e nel 1737 decise di attuare il progetto del genitore che, poco prima della sua morte, aveva espresso la volontà di costruire una nuova residenza e di realizzarla in modo magnifico. Il barone Giacomo aveva le idee chiare su come costruire il palazzo  e si  dice che, con l'assistenza di architetti locali, abbia partecipato al disegno del progetto, dandogli l'impronta che oggi ammiriamo.      
 
Vicino alla chiesa di Montevergini, in via Nicolaci, si trova il palazzo Nicolaci Villadorata. La costruzione, in stile puramente barocco e con circa 90 stanze, su progetto attribuito a Rosario Gagliardi, risale ai primi decenni del 1700, anche se i lavori, cui partecipò anche Vincenzo Sinatra (allievo del Gagliardi) si protrassero fino a 1765.e 
L'edificio è nato come residenza nobiliare urbana della famiglia Nicolaci la quale ha mantenuto la proprietà di un’ala, cedendone l’altra al Comune di Noto. Il palazzo è decorato da diverse balconate con decorazioni magnificamente realizzate e rinchiuse dalla sinuose inferriate ricurve. Tra le figure delle decorazioni troviamo sirene, sfingi, ippogrifi, cavalli alati ed altro. Tutte queste decorazioni conferiscono una particolare armonia a tutto l’edificio. 
Evidenziamo un particolare del balcone detto degli:  
adolescenti 
“adolescenti”  
sirene 
“sirene”  
cavalli alati 
“cavalli alati”
La Capitale del Barocco della Val di Noto aggiunge un’altra perla al suo impareggiabile patrimonio ritrovato o per meglio dire restaurato. La restituzione alla pubblica visione del Palazzo Nicolaci . Dopo una lunga stagione di restauri (1995-2008) condotti e diretti dalla Soprintendenza dei beni culturali e ambientali di Siracusa, il Palazzo Nicolaci di Villadorata torna all’antico splendore. Palazzo Nicolaci tornerà ad ospitare la sede della Biblioteca Comunale di Noto, che vanta un prezioso patrimonio librario, mentre le sale di rappresentanza del piano nobile, integralmente arredate con suppellettili e mobili d’epoca, saranno adibite per eventi e manifestazioni di carattere culturale, facendo rivivere stile ed eleganza che avevano caratterizzato il prestigioso palazzo settecentesco.  
Palazzo Nicolaci
 
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