turismo e vacanze in Sicilia 
 
 
 
 
 
 
 
........................................................................................................................................... 
 
 
sicilia sagre 
 
 
 
 
 
 
Google
Web www.costierabarocca.it
 
 
 
 
 
 
 
Vincenzo Danti 
Cacciata dei mercanti dal tempio 
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria 
Stucco
stucco
....................................................................................................................... 
  • L'ARTE DELLO STUCCO 
  • Molti di noi hanno sicuramente avuto occasione di ammirare le decorazioni a rilievo, le figure briose e svolazzanti, i fiori ed i frutti intrecciati, i putti, le figure mitologiche, i mascheroni, tutte testimonianze presenti nei grandi palazzi, nei castelli, nelle ville e soprattutto nelle nostre chiese. 
    Di uso antichissimo, lo stucco era originariamente una miscela di calce, polvere di gesso o di marmo, pozzolana o cenere, impastate con acqua. Veniva steso a strati successivi e modellato con le dita, con attrezzi manuali o con stampini, ed in alcuni casi veniva dipinto, prima o dopo l'essiccazione. 
    Le origini dello stucco risalgono a più di cinquemila anni fa. Gli stucchi architettonici nacquero probabilmente nelle province orientali dell'Iran e si diffusero poi attraverso la Messopotamia. 
    Nel 2000 a.C. testimonianze dell'uso dello stucco, in sostituzione della diffusa terracotta,e, come calcina, in sostituzione del bitume, per legare i mattoni delle volte, si ritrovano nella popolazione degli Elamiti (popolazioni provenienti dall'Iran meridionale, al confine della Mesopotamia). 
    Altre testimonianze figurano nella civiltà cretese: ne è esempio il Palazzo di Cnosso. 
    Gli etruschi utilizzarono il materiale come intonaco su cui eseguire pitture morali, ma anche per composizioni plastiche, come si evince dalla famosa Toba degli Stucchi (o dei Rilievi) di Cerveteri. 
    Conosciuta nel mondo greco ellenistico, la tecnica trovò importanti applicazioni a Roma. Gli esempi più interessanti si trovano nella "Domus Aurea", nella casa detta di Tiberio, sul Palatino e soprattutto a Pompei, dove le decorazioni, di pari passo con la pittura alla quale direttamente si ispiravano, furono spesso usate per rendere più graziosi e ricchi gli interni, con motivi a grottesche, figurine mitologiche intreciate a motivi decorativi. 
    Grande successo ebbela tecnica presso gli arabi, che ne fecero larghissimo uso nell'arte islamica.  
    In Europa, tra l'VIII ed il IX secolo, lo stucco abbellì numerose architetture sacre, costituendo spesso la gran parte dell'apparatto scultoreo. 
    Dopo un periodo di scarsa fortuna, nei primi secoli dopo il 1000, lo stucco ritrova il massimo fervore nel Rinascimento italiano. Il gusto della decorazione si affianca a quella pittorica ed in particolar modo all'affresco, assumendo aspetti di suggestiva ricchezza e raffinatezza.  
    E' tra il XVII ed il XVIII secolo che lo stucco visse il suo apogeo: i palazzi barocchi e rococò e le chiese, mete di pellegrinaggio, furono decorati con meravigliosi stucchi policromi di raffinata fattura: ne sono esempio gli interni della reggia di Versailles, le decorazioni del castello di Sans Souci, dei palazzi di Wurzburg e Nymphenburg in Germania. 
    A cavallo tra XIX e XX secolo lo stucco tornò ad essere protagonista nell'ambito dell'"Art Nouveau", rivelandosi adatto ad assecondare il gusto floreale e la predilezione per la linea che caratterizzano questo stile. 
    Il Barocco siciliano, nella sua enfatica ricchezza, non poteva non accogliere l'arte dello stucco con il massimo favore. Lo stucco si inserisce in modo preponderante anche nel panorama artistivo del Val di Noto, in quei centri, quale Ispica, che, a seguito del terremoto, vennero rinnovati secondo criteri barocchi. 
    Bisogna tener presente che l'arte dello stucco non è mai stata un'arte spirituale in grado di differenziarsi dalla vita quotidiana delle popolazioni che ne facevano uso. Lo stucco veniva utilizzato a livelli molto pratici, nella normale opera di cantiere delle costruzioni di allora: era un'arte che si tramandava "da padre in figlio" con la pratica e la sapienza del fare. 
    B.Santa Maria Maggiore 
    Ispica - Basilica S. M. Maggiore (interno navata centrale) 
    Per la Basilica di S. M. Maggiore - Ispica (RG), i Gianforma eseguirono, con pregevoli stucchi dorati di gusto rococò, le decorazioni delle volte delle navate e del presbiterio, le statue in stucco e quei leggiadri puttini che si librano in volo tra drappi e festoni. 
    image001 
    Ispica - Basilica S.S Annunziata (interno navata centrale) 
    Il pregio artistico della Basilica S.S. Annunziata è costituito dai n. 13 grandi pannelli di stucco, in basso ed alto rilievo, che decorano la navata centrale, il transetto ed il cappellone. Sono databili alla metà del 1700 e sono certamente l'opera più vasta e significativa del palermitano Giuseppe Gianforma, un artista palermitano stabilitosi a Ispica intorno al 1740 ed attivo tra il 1740 ed il 1770 in tutta l'area iblea da Modica a Scicli, a Chiaramonte, a Noto. 
    Il ciclo comprende gli altorilievi della volta della navata centrale (Giuditta e Oloferne, la Prova di Gedeone, Gioele e Sisara, l'Annunzio ad Abramo), del transetto (Davide e Golia, il Sacrificio di Isacco), dei pennacchi angolari (simbolo dei quattro evangelisti), e dell'abside (Profezia di Isaia, Natività e Adorazione dei Magi). 
    Giuseppe Gianforma propone modelli classicisti all'interno di una cultura tardobarocca. Non mancano in qualche particolare elementi di vivace espressività realistica. 
    Da riferire agli ultimi decenni del '700 sono le decorazioni in stucco della sagrestia, molto eleganti e vivaci per grazia e leggerezza, secondo un disegno rocaille. 
    Un secondo intervento integrativo di stucchi per l'interno della chiesa è da collocare nell'Ottocento: in particolar modo per le fasce a quadrati blu con rosette, per le cupole delle navate laterali e fors'anche per la cupola centrale.
     
     
     
     
    Note sulla pubblicità e sulla privacy - costierabarocca.it